Dopo l’emendamento D’Alia e la legge Carlucci lo stato persiste nel voler censurare il web attraverso il DDL Lussana che il 23 giugno è passato alla seconda commissione di giustizia. La proposta prevede nuove disposizioni riguardanti la privacy su Internet, in particolare sul cosiddetto “Diritto all’oblio”. La legge impone il divieto di divulgare sul web informazioni riguardanti condanne penali già scontate. Pesanti sanzioni saranno date a chi non rispetta l’ordinamento giudiziario.
Il disegno di legge è diviso in più punti:
L’art. 1 recita così: Salvo che risulti il consenso scritto dell’interessato, non possono essere diffusi o mantenuti immagini e dati, anche giudiziari, che consentono, direttamente o indirettamente, l’identificazione della persona già indagata o imputata nell’ambito di un processo penale, sulle pagine internet liberamente accessibili dagli utenti o attraverso i motori di ricerca esterni al sito in cui tali immagini o dati sono contenuti. E in base alla gravità dei delitti commessi, si decide per quanto tempo la fedina penale del reo può essere consultabile su Internet.
L’art. 2 stabilisce le sanzioni in caso di inottemperanza alla legge. Se dalla denuncia dell’interessato trascorrono tre mesi senza che i dati personali riguardanti vecchi reati vengano rimossi, il Garante della Privacy può applicare nei confronti dei soggetti responsabili un’ammenda che va dai 5.000 ai 100.000 euro e disporre la rimozione dei dati personali trattati illecitamente.
L’art. 3 è una sorta di “contentino”, in quanto stabilisce una serie di tutele in cui tale legge non si può applicare, ovvero in caso di condanna all’ergastolo, di reato di terrorismo, di genocidio o di strage. Inoltre il DDL non si applica al trattamento dei dati per ragioni di giustizia da parte degli organi giudiziari, del CSM e del Ministero della Giustizia o per ragioni di ricostruzione storica e giornalistica.
L’art. 4 riconosce all’interessato il diritto al risarcimento del danno.
L’art. 5 compie delle modifiche sostanziali al decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003, applicando la stringa “su Internet” alle disposizioni vigenti in materia di tutela di diritto all’oblio.
IL nuovo DDL del nostro regime è la prova evidente di come si vuole censurare il web, quasi l’unico mezzo di comunicazione che hanno i cittadini per mantenersi informati.
Assurdo che in un paese democratico possa esistere solamente il pensiero di voler attuare una legge del genere.
Voi cosa ne pensate?
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